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  • “3 modi per sentirsi a proprio agio con l’ambiguità”

Cervello e creatività

30 Apr

“3 modi per sentirsi a proprio agio con l’ambiguità”

  • By kairos.admin
  • In Cervello e creatività, Coaching Creativo, Creative Skills, Innovation Coaching, Problem Solving

“Abbraccia l’ambiguità”. È un valore che prendiamo molto seriamente qui a IDEO. La frase invita i designer a seguire la corrente andando incontro all’ignoto. Sulla carta, può sembrare una liberazione. Ma in pratica, navigare nell’ambiguità può essere indiscutibilmente stressante.

Fin dalla più tenera età, siamo stati elogiati per aver avuto la risposta giusta e in fretta! Ma come designer, questo non è quasi mai possibile. Il nostro compito è aiutare a creare un futuro che è, per definizione, incerto; quindi siamo costretti ad affrontare l’ambiguità su ogni progetto. Ci sono sempre momenti in cui non sappiamo dove andare, non abbiamo una risposta o siamo bloccati. Quindi come comportarci? Quali sono i modi per sentirsi più a proprio agio con la sensazione di disagio?

Ecco tre cose che ho imparato che mi aiutano a rimanere calmo di fronte all’incertezza.

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1. Pianifica di non sapere

Immagina di essere in riunione, circondato da clienti importanti, quando qualcuno ti colpisce con una domanda a sorpresa inaspettata. Tutte le teste si rivolgono a te, in attesa di una risposta brillante. Ti blocchi, la tua bocca si secca. Sai che dovresti avere una risposta, ma la tua mente diventa vuota. Invece di entrare in uno stato di paralisi silenzioso, fai un respiro e ricorda che hai una risposta pronta per questo momento: “Non lo so ancora”. Ti sembra ovvia? Certo. Ne sei convinto? Non così tanto.

Avevo paura di dire “Non lo so ancora”, perché pensavo di sembrare mal equipaggiato e disinformato. Dopotutto, i nostri clienti ci assumono per trovare le risposte, quindi non averne quando ti interrogano può sembrare sconcertante. Ma concedendoti di essere vulnerabile, ottieni fiducia. Padroneggiare il processo ti rende più credibile come qualcuno che è calmo e compìto di fronte all’incertezza. Siamo onesti: nessuno ha tutte le risposte, nemmeno gli esperti.

 

2. Cambiare “dovrebbe” in “potrebbe”

Torniamo alla sensazione nella sala riunioni quando tutti gli occhi sono puntati su di te e senti che dovresti sapere cosa fare (ma non lo sai). Ti stai preparando per andare in modalità panico. Oh sì, conosco bene il sentimento.

Sin da quando ero giovane, sentivo la pressione del fare le cose come dovevano essere fatte. E quella pressione mi ha seguito attraverso l’età adulta. Quando ho iniziato a dirigere progetti in IDEO, ho pensato spesso a me stesso:

“Se fossi abbastanza intelligente, dovrei essere in grado di impressionare il cliente con la mia risposta.”

“Se fossi un grande leader, dovrei sapere cosa dire alla mia squadra.”

“Se avessi abbastanza talento, dovrei sapere esattamente cosa progettare dopo”.

Dovrei, dovrei, dovrei. Sono i “doveri” che ti bloccano. “Dovrebbe” suggerisce che c’è un modo per andare avanti, che è un modo sicuro per prepararti al blackout creativo: una situazione di alta pressione in cui devi trovare la soluzione unica e brillante. Non c’è una risposta giusta.

Quindi ogni volta che mi trovo a chiedermi cosa dovrebbe essere, mi ricordo di chiedere: che cosa potrebbe essere? Quello che potrebbe essere è un trampolino di lancio per generare nuove idee, opzioni di brainstorming su cosa fare dopo. Mi porta da un luogo di oppressione all’ottimismo.

Spostando la mia mentalità da dovrebbe a potrebbe, non devo più trovare una risposta singola, giusta; invece, ho infinite opzioni per andare avanti.

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3. Cambia il contesto

Anche quando non sei sotto pressione, l’ansia del non sapere la risposta può trovare un modo per insinuarsi dentro di te. Ci sono molte volte che mi sono ritrovato incollato allo schermo, alla terza tazza di caffè, senza essermi fermato neanche per mangiare un boccone. Non importa quanto ci stessi provando, mi sembrava di non riuscire a fare altro che muovere il mouse sullo schermo. Come sbloccarmi? Devo sforzarmi di ricordare che se non sto andando da nessuna parte (per quanto possa essere difficile staccarmi dallo schermo), ho bisogno di fermarmi, modificare il contesto e raccogliere nuovi input. Allontanarsi dallo schermo e concentrarsi su qualcos’altro può portare una nuova prospettiva utile al problema.

Fai una passeggiata, visita una galleria d’arte, cerca una nuova esperienza che ti porti fuori dalla tua zona di comfort. Invita un altro designer a guardare il tuo lavoro e darti un feedback. Fermandoti e facendo un passo indietro, crei più spazio mentale per scatenare inaspettate scintille di ispirazione.

 

A volte la barriera più grande al trovare una via nella nebbia è la pressione che esercitiamo su noi stessi per avere le risposte. Per rompere questo schema, fai pace con l’incertezza, con il potrebbe essere, e fai un passo indietro, per farne uno avanti con più sicurezza.

 

di Marta Harding

Fonte: https://www.ideo.com/blog/3-ways-to-get-comfortable-with-ambiguity

Traduzione di Claudia Ciccarese

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kairos.admin

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